Dall’altra parte del mondo cercano ricette italiane che qui diamo quasi per scontate. Alcuni piatti restano in cima, altri sorprendono col loro ritorno

Di certo nessuno si stupisce se i piatti italiani sono fra i più cercati al mondo. In ogni parte del mondo, da Malta al Canada, le ricette del nostro Paese sono le più gettonate, con volumi di ricerca davvero imponenti. E vi stupirete a scoprire quanti piatti diversi vengono cercati ogni giorno.
Partiamo naturalmente dalle basi: pizza, pasta alla carbonara, ragù bolognese, ma anche ingredienti come polpette e salsiccia. Tutto questo è frutto di una indagine di mercato effettuata dal sito Affidabile.org, che ha studiato le tendenze rispetto alle ricerche globali sul cibo italiano, basandosi su Google Trends, in un range che va da Gennaio 2004 a Marzo 2025.
Ci sono piatti più noti, come i classici che abbiamo appena elencato, ma stanno prendendo piede anche ricette che sembravano un po’ meno mainstream e che invece grazie ai social sono tornate prepotentemente in tendenza: gli spaghetti all’assassina baresi, ad esempio, sono una delle “sorprese” degli ultimi anni.
Ma anche la focaccia, l’ossobuco alla milanese e anche piatti un po’ meno “italiani” come le fettuccine Alfredo o la pizza New York Style. Ci sta anche questo.
Anche i luoghi sono curiosi: a Malta, negli Stati Uniti e in Australia i volumi più importanti di ricerche, ma anche in altre zone meno note come Canada, Anguilla, Bermuda, Isole Vergini Britanniche e Seychelles. Germania, Spagna e Francia invece fra i Paesi dove l’appeal per la cucina italiana va un po’ a calare.
Molto in crescita anche le peculiarità locali, come ad esempio l’ossobuco alla milanese. E poi molto in alto nelle ricerche c’è anche una ricetta come il pollo alla cacciatora, di origine umbra e proposto ormai in tante varianti. Una di quelle preparazioni che non sono neppure poi così tanto in trend sui social ma che resistono nella mente dei consumatori stranieri. Scopriamone insieme la ricetta.
La ricetta del pollo alla cacciatora come si fa in Umbria
Il pollo alla cacciatora, in Umbria, è roba seria. Niente panna, niente fronzoli: solo ingredienti schietti e padella pesante. Si parte da un bel pollo a pezzi, meglio se ruspante, che va rosolato lentamente in olio d’oliva extravergine con uno spicchio d’aglio e qualche rametto di rosmarino.

Quando la carne prende colore, si sfuma con un bicchiere di vino bianco secco, senza fretta. Da lì in poi è un gioco di pazienza.
Aggiungi pomodori pelati (non troppi: deve restare asciutto, non inondato), una manciata di olive nere – meglio se di quelle piccole, saporite – e una punta di peperoncino, se piace. Sale, pepe, e si lascia andare a fuoco dolce, con il coperchio semiaperto, fino a quando il sugo si stringe bene e il pollo diventa tenero da staccarsi con la forchetta.
Alla fine, una passata di pane casereccio nel fondo di cottura e la cena è fatta. È un piatto che sa di terra, di fatica e di festa: come molte cose buone dell’Umbria.