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Fasuli e pistiddi

Fasuli e pistiddi

di Carmen Autuori

La ricetta appartiene all’antica tradizione contadina e gli ingredienti sono pochi e semplici: fagioli, castagne spellate e "nepetella" (calamintha nepeta) o alloro, secondo i gusti. L'originalissimo nome di questo piatto è: fasuli e pistiddi.

Ingredienti semplici che, insieme alla carne di maiale, non mancavano mai, neanche nella dispensa dei più poveri. I fagioli venivano coltivati nell'orto, mentre le castagne raccolte in autunno venivano essiccate in grossi contenitori di creta chiamati "ciarle" per essere consumate lesse, arrostite o in questa gustosa e nutriente ricetta. Era usanza diffusa cuocere gli ingredienti di buon’ora, nella" pignata", una pentola di coccio, in un angolo del camino, "a lu cuosto de lu fuoco", come direbbero i lucani.

Era il piatto caldo da consumare riuniti tutti insieme dinanzi allo scoppiettio del fuoco dopo una giornata di duro lavoro nei campi. Molto equilibrato dal punto di vista nutrizionale, il piatto si presta a fornire l'energia necessaria nei freddi inverni lucani. La presenza della "nipitella", un aroma antico che somiglia al gusto della menta pur meno intenso, rende il piatto più digeribile, essendo una caratteristica peculiare di quest'erba proprio il potere curativo dei disturbi gastrointestinali. Il gusto pieno e l'amalgama dei saporiti ingredienti fanno sì che il piatto si abbini molto bene ad un vino rosso corposo quale l'Aglianico del Vulture. D'altra parte non potrebbe essere altrimenti, sono figli della stessa "mamma": la Basilicata.

Questa insolita ricetta mi è stata trasferita da un padre francescano, originario di Lagonegro, Alessandro Compagnari, grande buongustaio e appassionato ricercatore di tutto ciò che concerne il bagaglio tradizionale della sua terra d'origine.

La ricetta di Padre Alessandro Compagnari, francescano

Ingredienti per 4 persone

300 g di fagioli secchi

300 g di pistiddi (castagne secche sgusciate e spellate)

2 rametti di nipitella oppure di alloro

Olio evo

Sale

Procedimento

I fagioli e le castagne spellate vanno messi a bagno la sera prima in abbondante acqua. Il mattino successivo, dopo averle sciacquate, si mettono a cucinare in un tegame di coccio a fiamma lentissima insieme al sale e sufficiente acqua.

Dopo circa 2 ore di cottura si aggiunge l'olio e gli aromi secondo i gusti e, qualora occorresse, un po' di sale. La cottura dovrà proseguire per ancora un'ora circa.

Si serve accompagnata da fette di pane abbrustolito.

La zuppa può essere servita anche su dei "crostoni" di polenta abbrustoliti, ottenuti dalla polenta avanzata dal giorno prima

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