di Diana Cataldo
Irpinia è sinonimo di autenticità, un valore che si esprime in tanti aspetti tra cui, senza dubbio, la gastronomia. L'Irpinia a tavola è tutta da scoprire ed è senza dubbio una certezza. La ristorazione non delude praticamente mai, soprattutto se si decide di affidarsi alle scelte di ristoranti che compongono una mappa stellare dove la stella polare è fatta di qualità e accoglienza. In otto indirizzi una selezione fatta di otto luoghi imperdibili per gli amanti della buona cucina.
"Marennà - Atto a divenire" è il rinnovato ristorante di Feudi di San Gregorio, a Sorbo Serpico, che rappresenta un unicum in Irpinia per l'unione tra spazio e territorio. L'ambiente - "un tributo al territorio" - creato dall'architetto Hikaru Mori e completamente rivisitato dall’architetto Roberto Liorni e riaperto alla fine del 2019 al pubblico, lascia al visitatore una vasta scelta tra i tavoli del ristorante, il bar e il meraviglioso Nido, spazio intimo ma posizionato al centro della sala ristorante, un unico tavolo posizionato al centro delle bottiglie di vino, all'interno di una struttura di rami di castagno dei boschi di Feudi. Per le degustazioni, le verticali e per l’apertura dei grandi formati c'è il Teatro del Vino, un altro spazio unico, 32 posti a sedere e un grande piano di lavoro in marmo al centro del palco. Gli elementi usati per gli arredi rappresentano un richiamo al lavoro artigiano sulla materia grezza, come legno e pelle. La cucina è affidata allo chef Roberto Allocca e parte dalle origini, dall'Irpinia, con una notevole apertura nella carta dei vini: non solo le etichette di Feudi di San Gregorio e Tenute Capaldo, ma una imperdibile selezione di 250 etichette tra le più rinomate produzioni italiane e internazionali. Ci sono piatti che si identificano con chi li crea e con il luogo in cui si possono assaporare.
In Irpinia basta il nome "Zi Pasqualina" per evocare il sapore della domenica in casa, magari dai nonni, le ricette la cui memoria si perde nel tempo, la preziosa tradizione culinaria che viene custodita in maniera ineccepibile da alcuni luoghi. Uno di questi è senza dubbio il ristorante "Valleverde Zi Pasqualina" ad Atripalda, trattoria le cui radici affondano negli anni 50, una lunga tradizione familiare che è rimasta intatta nonostante il passare delle generazioni. Ricerca attentissima della materia prime da utilizzare, piatti dai sapori indimenticabili servito in un ambiente rustico e storico, oltre che in un suggestivo giardino. Un luogo che non ha bisogno di presentazioni.
L'antica Trattoria Di Pietro è un porto sicuro per chi ama l'autenticità gastronomica, le tradizioni in cucina, quei luoghi speciali dove nascono piatti indimenticabili. Siamo a Melito Irpino, a pochi chilometri dall'uscita autostradale di Grottaminarda. Qui si respira davvero l'aria della vera osteria, con tanto di oste - Enzo - i cui consigli sono richiestissimi dagli ospiti della trattoria. Al suo fianco la moglie Teresa e la figlia Anita. Un tempio della gastronomia dove ogni piatto è garanzia di qualità e legame con il territorio, da almeno tre generazioni.
Quando l'Irpinia sposa la cucina di altissima qualità nasce una tappa imperdibile per gli appassionati, tanto da conquistare l'ambitissima Stella Michelin: è Oasis Sapori Antichi, Stella Michelin irpina che conquista al primo assaggio. Siamo a Vallesaccarda e qui i fratelli Fischetti hanno dato vita ad un luogo dal fascino indiscutibile, dove in cucina il continuo lavoro crea "un giusto equilibrio tra ricerca e antica cucina Irpina". La guida Michelin presenta Oasis come un luogo "dalla rigorosa identità gastronomica fedele al motto delle tre ‘t’, terra, territorio e tradizione". Il servizio in sala è curato da Puccio Fischetti e Raffaella, chef Michelina Fischetti, responsabile sala ed eventi Euplio Fischetti, sommelier Nicola Fischetti, amministratore delegato Carmine Fischetti.
L'altra tappa irrinunciabile per gli amanti della buona cucina irpina è a Forino. Qui troviamo Tenuta Montelaura, un luogo incantevole immerso nella natura dove è anche che possibile pernottare. Una "agri-braceria" dove vengono serviti i prodotti della tenuta, praticamente a metro zero. Numerosi sono i piatti da non perdere della cucina di Tenuta Montelaura, e tra questi c'è senza dubbio la squisita carne alla brace, selezionata dai migliori allevatori locali, conservata e frollata nelle celle a vista della sala ristorante, oltre alle proposte del menù rigorosamente stagionale. Per gli appassionati c'è solo da scegliere tra oltre 3000 etichette presenti nella cantina. Ma non finisce qui. A Tenuta Montelaura è infatti presente anche una fattoria e un orto botanico. Un luogo davvero magico.
"Una maniacale ricerca della materia prima": così si presenta il ristorante Maeba, ad Ariano Irpino, nato da un frantoio di fine 700 abbandonato, dove le grotte sono diventate cantine e le antiche mura sale pronte ad ospitare gli ospiti. Lo chef è Marco Caputi, classe '89, una cucina ricercata che parte dalle origini e da un forte legame con il territorio per spaziare nella contaminazione ma con attento equilibrio. Una cucina creativa e raffinata, in grado di stupire costantemente gli ospiti del ristorante giunti ad Ariano Irpino attirati da una location di pregio e dalla fama dello chef Caputi che comincia ad ampliare i propri confini. Notevole la carta dei vini del Maeba - oltre 500 etichette - e quella dei distillati, composta da ben 200 referenze.
Restiamo ad Ariano Irpino per fare tappa in un altro tempio della gastronomia d'Irpinia. È La Pignata, guidata dallo chef Guglielmo Ventre, punto di riferimento fin dal 1980. Ambiente elegante ma allo stesso tempo rustico e familiare, un luogo dove all'alta cucina si accompagna una profonda cultura dell'accoglienza. I piatti raccontano magistralmente l'influenza di varie culture: in primis quella irpina, e in particolare arianese, per spaziare fino a quella pugliese, territorialmente vicina, ma anche abruzzese e molisana, seguendo idealmente il tragitto della transumanza (Ariano Irpino è attraversata dal Regio Tratturo). Per definire un ristorante come La Pignata c'è solo una parola adatta: una istituzione, per scoprire in maniera diversa la tradizione gastronomica irpina e del Sud Italia.
Tra i sapori imperdibili d'Irpinia c'è anche il tartufo, tra le specialità offerte da "Il Trifolaio", ristorante di Summonte. Anche qui la tradizione è la base di un menù che riserva piacevoli e innovative sorprese. Una realtà familiare - l'oste Luigi Iavarone, in sala il papà, in cucina la mamma con lo chef Davide Filadoro - che propone "ricette d'autore" di grande interesse. Tra i prodotti e i piatti da non perdere, oltre al tartufo proposto in più versioni (squisiti i taglierini al tartufo), i funghi porcini (da provare ad esempio con gli scialatielli ai fiori di zucca e alle zucchine) e i ravioli fatti a mano. Il tutto nel contesto di uno dei borghi più belli d'Italia: Summonte.