L’Elleboro nero cura i mali dell’anima

L’Elleboro nero cura i mali dell’anima

di Patrizia Villani

L’Elloboro nero (helloborus niger), per i suoi bellissimi fiori bianchi somiglianti alla Rosa Canina, è chiamato anche Rosa di Natale. Fiorisce in dicembre e grazie alle sue proprietà medicamentose, soprattutto per l’elloborina in essa contenuta, è conosciuta fin dall’antichità come la pianta che libera dai mali dell’anima.
Questa pianta è oggetto di molte leggende. Nella tradizione cristiana è legata alla Natività, si racconta, infatti, che l’Elloboro fosse nato nei pressi della stalla di Gesù.
Fin dall’antichità era considerato un ottimo rimedio per curare le malattie mentali. Orazio consigliava di recarsi nell’isola di Anticitera in Grecia, dove cresceva rigoglioso, per curare la pazzia. La mitologia greca racconta che Ercole guarì dalla follia mangiandone le foglie e che il pastore Melampo curò la pazzia della figlia di Argo grazie al latte di pecora, infatti gli animali si nutrivano di Elloboro. Con il passare dei secoli venne usato anche per curare problemi cardiaci. Ha proprietà narcotiche e va utilizzato con cautela. Oggi la tintura madre viene usata contro le emicranie e per tutti gli stati depressivi oltre ad avere proprietà diuretiche.
In omeopatia l’Elleboro viene consigliato a chi ha problemi di concentrazione, depressione, apatia e stati di angoscia.
Curiosità
Nel linguaggio dei fiori rappresenta la liberazione dalle negatività.

Oleolito

  • 15 g di radice di Elloboro
  • 200 ml di olio di mandorle dolci

Lavare con molta attenzione un vasetto di vetro. Inserirvi le radici, aggiungere l’olio di mandorle dolci, chiudere ermeticamente ed aspettare 40 giorni prima di utilizzarlo.

Tintura madre

  • 100 g di foglie di Elleboro nero T.T.
  • 100 ml di alcol 70°

In un vasetto sterile versare le foglie, aggiungervi l’alcol e far macerare per 21 giorni.
Filtrare e conservare in bottiglie scure al fresco.