Cipolla: l'antibiotico di Madre Natura

Cipolla: l'antibiotico di Madre Natura

di Francesca Marino

Mangiare verdure, si sa, fa bene. La presenza di fibre, la ricchezza di vitamine, minerali ed altre sostanze di origine vegetale, esercitano un’azione benefica sull’organismo, interagendo positivamente con il sistema immunitario e con i livelli ormonali. Ma ci sono alcuni alimenti che fanno particolarmente bene, e tra questi, senza alcun dubbio, ci sono le specie appartenenti al genere Allium. Gusto forte della gastronomia, ingrediente base di tante ricette italiane, la cipolla, con i suoi aromi inconfondibili, è un vero antibiotico naturale, disintossicante e antiaging. Si tratta di una pianta erbacea coltivata, formata da un bulbo sotterraneo ed uno stelo che porta i fiori. La forma del bulbo, le dimensioni, il colore delle “tuniche” e il sapore sono gli elementi distintivi delle varietà di cipolle che generalmente prendono il nome della zona di produzione. Rosse, ramate, bianche, dorate, dalla Calabria, dalla Sicilia, dalla Puglia, o dall’Emilia, ne esistono circa venti tipi, tutti con le proprie caratteristiche, contenenti decine di composti chimici medicinali che svolgono un’azione antibatterica ed antinfiammatoria, favorendo la salute del cuore e dell’intestino. La cipolla rossa è solitamente quella più dolce e delicata, ideale per le preparazioni a crudo. Tra queste citiamo quella di Tropea, quella di Alife (nel casertano); e poi l’estiva cipolla rossa di Acquaviva delle Fonti (Puglia), la cipolla di Certaldo e la Vernina di Firenze. Quella ramata/dorata è particolarmente indicata per i soffritti. Conosciamo quella di Milano, quella di Montoro (Campania), quella di Voghera. È la specie più versatile in cucina, ideale con la carne. Infine, ci sono quelle bianche, pungenti, aromatiche, sono impiegate nelle insalate, oppure da lessare: con la cottura diventano più dolci rilasciando la loro aromaticità. Molto nota è la Giarratana, siciliana, ma anche la Borettana, la Bianca di Maggio, quella di Barletta, di Chioggia, e poi infine c’è il Presidio Slow Food Fara Filiorum Petri. A questi tre tipi, si aggiungono delle alternative quali, lo scalogno, spesso e volentieri confuso con la cipolla, tuttavia si tratta di un alimento differente, che possiede altre peculiarità e proprietà benefiche e i cipollotti, bulbi immaturi delle cipolle, decisamente dal gusto più delicato, ottimi per insalate, sul pesce o anche alla griglia.

Se si vuole consumarla fresca, il periodo migliore per la raccolta è la primavera, se invece si vuole “conservarla” per l’utilizzo di olii e sottaceti, il periodo migliore è la fine dell’estate.

I benefici delle diverse varietà di cipolle si riferiscono innanzitutto all’azione antibatterica e antivirale dovuta alla presenza di composti dello zolfo, importanti anche per alleviare il dolore alle articolazioni e per rallentare la perdita di ferro in individui che ne rilevano una carenza. Sono inoltre una buona fonte di quercetina, flavonoide toccasana per il cuore, favorendo l’innalzamento dei livelli di colesterolo “buono” (HDL) nel sangue. E non finisce qui. Le cipolle contengono una fibra chiamata inulina ed alcuni prebiotici, che favoriscono la crescita di batteri buoni per l’intestino. Il potente valore nutritivo della cipolla dipende dalla presenza di sali minerali, vitamine, soprattutto la vitamina C, e oligoelementi, utili anche come agenti antinvecchiamento.

La parte che noi mangiamo è il “bulbo” centrale, che può essere consumato sia crudo che cotto. Come con la maggior parte dei vegetali, anche le cipolle sarebbe meglio consumarle a crudo perché con la cottura perdono gran parte delle loro proprietà. Un discorso a parte merita l’utilizzo della cipolla per tutti coloro che soffrono di “cattiva digestione”: in questo caso si consiglia di consumare la cipolla cotta che è sicuramente più tollerabile. Un po’ di attenzione alle quantità bisogna porla in caso di iperacidità, ernia iatale o problemi di meteorismo e durante l’allattamento, in cui la cipolla può conferire al latte un sapore sgradevole per il bambino.