di Alfonso Sarno
“Un Caffè ha e deve conservare qualcosa anche del porto e della stazione, del salotto e del circolo, del ridotto e dello spiazzo, dell’osservatorio e del nascondiglio, del retrobottega e della vetrina” Sono, queste, le caratteristiche elencate da Enrico Falqui nel suo libro sui locali letterari e che accomunano i diciassette storici spazi scelti e raccontati da Massimo Cerulo, docente di Sociologia nell’Università di Perugia e ricercatore al Centro di ricerca sui luoghi associativi dell’Ateneo di Parigi. Circa 150 pagine dense di citazioni e colti riferimenti, arricchite da suggestive fotografie d’epoca in bianco e nero che restituiscono pienamente al lettore le atmosfere dei primi Caffè italiani, nati sulla scia dei coffeehouses inglesi e che hanno rappresentato una vera e propria rivoluzione sociale permettendo ad uomini e donne di incontrarsi quando volevano e senza bisogno di un invito come accadeva per i salotti, di gustare una bevanda od un dolce da soli od in compagnia, di chiacchierare, di leggere un giornale, di consumare amori e passioni. Ma anche, di fare flanella e di abbandonarsi ai ricordi mentre il tempo lentamente scorreva e si rifrangeva sui volti dei passanti. Contribuendo, inoltre, a “fare” l’Italia: “incubatori – scrive l’autore nella prefazione - della nuova società borghese, luoghi di germinazione per avanguardie artistiche e cenacoli letterari, tra i loro tavoli sono maturati anche i più importanti movimenti politici che segneranno l’Italia”.
Caffè storici, laboratori di relazioni che non si sono snaturati nel tempo ed hanno resistito, impavidi, alle lusinghe del facile denaro e della massificazione conservando l’anima, i luoghi e gli arredi originali e che rappresentano il meglio dell’accoglienza made in Italy fatta di empatia, di eccellenze alimentari e di rispetto per la clientela. Qualunque essa sia: dallo studente squattrinato alle celebrità internazionali. Un viaggio letterario certamente non esaustivo. Intanto il lettore può conoscere meglio la storia dei veneziani “Florian”, “Lavena” e “Grancaffè Quadri”; del “Predocchi” a Padova; dell’“Antico Caffè Greco” a Roma; dei torinesi “Al Bicerin”, “Fiorio”, “San Carlo” “Baratti & Milano”; “Tommaseo”, “Caffè degli Specchi”, “Antico Caffè San Marco” a Trieste ed il “Gilli”, “Giubbe Rosse” e “Paszkowski” a Firenze. Due gli indirizzi storici del Sud: “Gambrinus” a Napoli ed il “Gran Caffè Renzulli” a Cosenza. La storia di ognuno è accompagnata da consigli gastronomici sui diversi tipi di caffè serviti e sui migliori dessert. A Napoli oltre al “Gambrinus”, espresso con schiuma di latte, panna montata e cacao ed il “Gegè”, espresso con panna liquida, cacao e latte c’è, per quanto riguarda i dolci, soltanto l’imbarazzo della scelta. Sommessamente consigliamo la “Matilda”, dolce dedicato alla Serao: un cono di pasta sfoglia ripieno di babà guarnito di crema chantilly e fragoline di bosco; a Cosenza, invece, la torta Telesio a base di lupini gialli amalgamati a mandorle, amarene intere ed albicocche.
Titolo: “Andare per Caffè storici”
Autori: Massimo Cerulo
Editore: Il Mulino – Collana Ritrovare l’Italia
Prezzo: 12,00 euro