Testi e foto di Claudia Bonasi
La manna scende dal cielo – o meglio dagli alberi – sotto le mentite spoglie dello Sfusato amalfitano. Il giallo dei limoni colora i terrazzamenti della Divina Costiera curati con passione e sacrificio dalla famiglia Aceto ormai da sei generazioni. Una famiglia che, dal 1825, anno in cui Salvatore Aceto acquistò un piccolo pezzo di terra a Ravello, iniziando così l’attività di produttore e commerciante, ha saputo sempre cogliere le diverse opportunità che le sono state offerte dal mercato e dalle contingenze, avendo la capacità imprenditoriale di ampliare, diversificare, svilupparsi. E così gli Aceto iniziarono ad ingrandirsi, andando incontro sia alla crescita di domanda di prodotto, acquistando nuove terre, che al desiderio crescente di turisti e visitatori di trascorrere una giornata alla scoperta dei segreti del limone e del limoncello, della cucina amalfitana come delle bellezze della natura. Il periodo di massimo splendore per l’azienda familiare, specie nel commercio con l’estero, si ebbe dal 1930 al 1938, mentre nel Belpaese la famiglia Aceto si affermò come la maggiore produttrice di limoni dell’intera Costiera dopo la Seconda Guerra Mondiale e nonostante la concorrenza dei produttori calabresi e siciliani.
Una concorrenza, quella sui limoni, che più tardi vide anche la Tunisia, produttrice anch'essa di limoni, tentare di appropriarsi di una bella fetta di mercato. Anche in questo delicato frangente gli Aceto, non potendo contare su un’estensione terriera enorme e di altrettanto grandi volumi di produzione, così elevati come quelli dei principali concorrenti di mercato, decisero di differenziarsi ancora dai competitors, iniziando una campagna di sensibilizzazione del loro particolare tipo di limone. E fu così che con lo Sfusato amalfitano, un prodotto di nicchia ma unico al mondo per qualità e caratteristiche organolettiche, la famiglia Aceto riuscì a conquistare una fetta di mercato che ancora oggi significa lavoro, esaltazione del territorio, protezione delle proprie radici. Ma quali sono le caratteristiche proprie dello Sfusato amalfitano, che dà luogo alla Indicazione Geografica Protetta "Limone Costa d'Amalfi"? Sono racchiuse in due caratteristiche basilari: la forma affusolata del frutto, da cui il termine "sfusato", e la zona in cui si è venuto, col tempo, a differenziare: la Costiera Amalfitana.
Il "Limone Costa d'Amalfi" IGP è un prodotto dalle caratteristiche molto pregiate e rinomate: la buccia è di medio spessore, di colore giallo particolarmente chiaro, con un aroma e un profumo intensi grazie alla ricchezza di oli essenziali e terpeni, carattere ritenuto di pregio per la produzione del liquore di limoni. La polpa è succosa e moderatamente acida, con scarsa presenza di semi. È inoltre un limone di dimensioni medio-grandi di almeno 100 grammi per frutto.
"Gran parte dello sviluppo dello Sfusato amalfitano lo si deve a mio padre Luigi, 86 anni, da tutti conosciuto come Gigino 'o limunaro", riconosce il figlio Marco. "All'inizio aveva poca terra, ma alla fine degli anni Sessanta furono acquistati altri appezzamenti di terreno per la coltivazione dei limoni, tra i quali il più importante è quello situato nella Valle dei Mulini, in grado di produrre circa 800 quintali di limoni all’anno. Mio padre ha avuto idea di aprire ai turisti i giardini già dagli anni Settanta, offriva loro una limonata e una passeggiata tra i limoni, tutto qui, un'idea semplice per avere un po' di movimento anche da queste parti, visto che siamo in una zona decentrata rispetto al grosso del flusso turistico. Dopo il 1978 e fino al 1984 sono state installati anche una cucina e un piccolo forno per le pizze utilizzati solo per la ristorazione diurna, mentre nelle serate d'estate si organizzavano intrattenimenti a base di musica folkloristica. Questa diversificazione di attività, che coinvolgeva in maniera semplice anche i turisti, è andata avanti fino al 1984 circa. Poi alla fine anni Ottanta mio padre decise di fondare una cooperativa.
La famiglia era ed è numerosa, si contano 134 tra nipoti, pronipoti e figli, ed è così stato facile trovare sedici parenti da mettere d'accordo per la nascita della Cooperativa amalfitana trasformazione agrumi (Cata), puntando sullo Sfusato amalfitano. Con una propria organizzazione commerciale, l’azienda con il marchio 'La Valle dei Mulini', la cooperativa è riuscita ad introdurre i propri prodotti in tutto il territorio nazionale, in molti paesi della comunità europea, in America, in Australia e perfino in Giappone. Nel 2010 la Cata si è trasformata in azienda ed è diventata Amalfi lemon trading e nel 2014 è nato l'ormai famoso Lemon tour, al quale sono state poi abbinate altre attività turistiche, come le cooking class, grazie alle quali imparare a cucinare piatti tipici della Costiera amalfitana. Il fratello di Marco, Salvatore, commercialista, ha abbandonato la professione per entrare a far parte anche lui del business dei limoni.
"Attraverso la filosofia di filiera corta e agricoltura biologica e i valori di trasparenza, tracciabilità e tradizione, ci siamo impegnati negli anni nella salvaguardia del patrimonio che la natura ha donato agli amalfitani, ma il lavoro era davvero tanto. Papà si era fatto anziano, avevamo ottenuto sia l'Igp che la certificazione biologica, l'attività cresceva sempre di più con l'incremento delle vendite all'estero. Occorreva una mano. Così mio fratello è diventato coltivatore diretto occupandosi della produzione e dei tour, io della trasformazione del prodotto. I tour sono stato incentivati al massimo, vengono turisti oramai da tutto il mondo. Proprio in questi giorni la Cbs, emittente radiotelevisiva statunitense di New York, che ha effettuato qui delle riprese, sta mandando in onda un servizio su di noi".
A proposito di tour, cosa si offre al viaggiatore che fa tappa dagli Aceto? Visite guidate nei limoneti dell'azienda, un'area relax dove degustare limonata e torta al limone, una visita al museo della civiltà contadina realizzato nel corso degli anni raccogliendo vecchi attrezzi dell'agricoltura locale e della limonicoltura, e una tappa finale nello showroom attiguo al laboratorio dove si svelano i segreti per fare il limoncello, si assaggiano i liquori - limoncello primo fra tutti – ma anche mandarinetto, finocchietto selvatico, laurino, liquirizia, crema al limone, crema di melone, babà con bagna al limoncello e crema di limone. In produzione anche il miele di limone, biologico, prodotto con le proprie api libere di sciamare nel limoneto, e le marmellate agli agrumi. Con il progresso anche le formichelle - le antiche portatrici di limoni che portavano le ceste di limoni sulla testa, correndo veloci tra i terrazzamenti e la valle - non ci sono più: già negli anni Settanta gli Aceto avevano installato delle teleferiche per ovviare al faticoso trasporto sulle spalle della frutta. Un'idea allora avveniristica che però ha contribuito fortemente allo sviluppo dell'attività che non poteva crescere solo sulle spalle di queste giovani e forti donne.
Oggi nella loro grande proprietà - Valle dei Mulini vanta 3 ettari di limoneto che arrivano a Pogerola - c'è anche una strada carrabile dove i turisti vengono portati ai limoneti su dei carrelli elettrici, nel rispetto della natura. Anche parte del bosco verso Agerola sta per essere attrezzato per le escursioni turistiche grazie alla realizzazione di gradonate in pali di castagno che renderanno facile la passeggiata. La storia della famiglia Aceto e dei limoni ha un futuro assicurato grazie alla capacità di guardare sempre avanti.