di Mariapia Mercurio
Ci sono passioni così schiette che oltrepassano lo spazio, corrono lungo chilometri e chilometri, attraversano l’oceano e travolgono. È questa la sensazione che si prova dopo una telefonata con Ciro Casella, che si trova dall’altra parte del mondo, in America, dove ha portato uno “spicchio” di “salernitanità” che porta il nome di “San Matteo”, fiore all’occhiello della ristorazione newyorchese. La sua è la storia di una ripartenza a metà strada della propria vita, che diventa un sogno realizzato con quattro locali di successo e tanti progetti ancora all’orizzonte.
Partiamo dall’inizio, come nasce tutto questo?
“Dalla famiglia, non può essere altrimenti, per noi del Sud il mangiar bene è uno stile di vita, sono tante le cose che mi ha insegnato mia madre e che porto con me. La vita poi prende strade inaspettate. Nel 2010 chiude l’azienda presso cui lavoravo, non ho mai accettato la cassa integrazione, decido così di volare a New York da mio fratello Fabio”.
Insomma, un nuovo inizio….
“Abbiamo dato corpo ad un progetto al quale pensavamo da quando eravamo ragazzi, lui a New York si era inserito nel mondo del food, ma senza un suo ristorante, da qui l’idea di aprirne uno tutto nostro insieme”.
Armi e bagagli e si vola in America!
“In quel momento per me New York era l’ultima possibilità, tuttavia si trattava di un luogo che sentivo mio, mia nonna è americana d’origine, benché abbia vissuto a Salerno; insomma nel nostro dna già c’era l’America! E poi non era del tutto nuovo per me, ci ero già stato da ragazzino, qui feci un’esperienza dopo le scuole medie e in fondo ho sempre coltivato il sogno di tornarci”.
Ci vuole coraggio a lasciare tutto e ripartire altrove!
“Si, ma il coraggio è mosso anche dall’esigenza e deve fare i conti con il proprio modo di essere, a me non è mai piaciuto chiedere, a New York abbiamo iniziato con il ‘San Matteo’, un locale con nove tavoli che oggi è diventato un cult di cui parlano tutti”. È stato un successo crescente, segnato dal riconoscimento della Guida Michelin per dieci anni consecutivi, da altre dieci Zagat, la cui guida negli USA è un’istituzione. A questo si aggiunge anche il premio miglior ristorante di Manhattan nell’ambito del programma televisivo “Little Big Italy” e, ancora, il prestigioso Leone d'Oro a Venezia come “riconoscimento speciale per meriti professionali”. Una vera e propria collezione di premi.
Qual è il segreto di questo successo?
“Innanzitutto, l’onestà; nel lavoro ho portato la mia personalità e identità territoriale. Il ‘San Matteo’ è stato accolto da subito a New York, ci siamo inseriti bene grazie al nostro modo di lavorare semplice e all’alta qualità del prodotto. Ho sempre pensato che nel mare magnum di ristoranti e pizzerie, oltre alla qualità del servizio e dei prodotti, il valore aggiunto è regalare un’emozione. Ricordo ancora l’on. Antonio Tajani, quando è stato mio ospite e dopo due giorni, tra i tanti impegni, ha trovato il tempo di scrivermi un messaggio. Si tratta di una piccola grande soddisfazione, questo significa aver lasciato qualcosa, che va ben oltre quello che mangi”.
Quali altri personaggi ricordi?
Ne ho incontrati tanti, sindaci, governatori, attori, giornalisti e manager, ma non chiedermi la fotografia, mangiare è una gioia, qui si viene per stare bene e nel rispetto della privacy!”
La pizza: quali sono le caratteristiche che hanno conquistato l’America?
“Proponiamo un prodotto di qualità che si indentifica sia nel personale che nelle materie prime, è un binomio inscindibile, diversamente è come avere una grande macchina e non saperla guidare. Ci vuole carattere e personalità anche in cucina, i piatti sempre uguali a sé stessi ‘da catena di montaggio’ mi sono mai piaciuti”.
La specialità?
“Io e mio fratello abbiamo sempre amato il panuozzo, da ragazzi andavamo a mangiarlo a Gragnano, e questa è stata la prima cosa che abbiamo portato a New York dopo la pizza. È il nostro vanto ed è molto apprezzato dai clienti”.
Torneresti in Italia?
“Quando torno mi emoziono sempre. L’Italia è bella, ho Salerno nel cuore ed anche la Salernitana! Che grande gioia la promozione in serie A! Ci tornerei, ma soltanto con un progetto valido”.
Ciro oggi ha quattro locali a New York, “San Matteo pizza espresso bar”, “San Matteo Take away”, “Pizzeria PQR Pizza”, “San Matteo pizzeria e cucina”, che nel 2018 ha vinto il premio miglior hamburger di New York.