di Alfonso Sarno
In “Ma tu come la fai la caponata?”, il libro storia d’amore ovviamente in cucina, scritto a quattro mani da Chiara Maci e Filippo La Mantia e pubblicato da HarperCollins la famosa, seguitissima foodinfluencer afferma: “I traslochi sono la mia passione più grande, io li amo”. E, per non smentirsi, ha trascorso questo lungo periodo di lockdown impegnata nell’ennesimo cambio di casa: “E’ stato – afferma – devastante. Traslocare è una impresa che ti assorbe totalmente per giorni e giorni ma mi piace farlo. Rappresenta un capovolgimento radicale della vita ed io sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli, pronta ad accettarne il rischio”. Continuando, forte come sono le donne cilentane - è nata ad Agropoli – a seguire figli, compagno e carriera: “Sembra assurdo ma non ho mai lavorato tanto come in questo periodo. E’ stato molto tosto. Non ho avuto un attimo di tempo, presa nel seguire le aziende di cui sono testimonial, dalle dirette e dalle registrazioni nello spazio attrezzato ad hoc, dall’organizzazione familiare e dal preparare i pasti”. E La Mantia, il cuoco siciliano per eccellenza, non ha contribuito al desco familiare? Ride: “No, quando è a casa non mette mai piede in cucina. Pranzo e cena spettano a me, sono fantasiosa e mi piace mettere in tavola sempre cose diverse. Per fortuna, qui a Milano, il delivery funziona alla perfezione, si trova di tutto e non ho avuto problemi nell’assecondare i gusti dei miei bambini, Bianca ed Andrea. Organizzavo per loro delle serate a tema: la vegetariana, quelle dedicate alla pizza, all’hamburger, al sushi. Cercavo di variare sempre, è fondamentale per una corretta educazione alimentare come ho imparato ad Agropoli”. Luogo del cuore della famiglia Maci, dove ritornano ogni volta che è possibile per ritrovare gli amici e godere delle bellezze del mare: “Abitavamo lì perché mio padre che è medico, di origine leccese, aveva trovato lavoro in una clinica e, per tutti noi, fu amore a prima vista. Vi ho vissuto fino ai 10 anni, poi ci trasferimmo a Bologna, la città dove era nata mia madre”. Ricordi? Tanti: dal profumo dei cibi che, fin dalla mattina presto, avvolgeva la casa alle primizie che i clienti del padre lasciavano fuori la porta: frutta, limoni, pesce ancora rugiadoso di mare. “Sarà per questo – confessa – che sono felice quando la mattina mi sveglio, metto il grembiule e, con gli occhi ancora assonnati, inizio a trafficare in cucina, a sporcarmi le mani di salsa o di burro, di latte o di cioccolato, ad affettare salumi e formaggi, a pulire pesce, carne e verdure e creare quello che la fantasia mi suggerisce: un primo, un rustico o una torta sontuosamente farcita”. Peccato che dovrà aspettare ancora qualche mese prima di poter ritornare nella capitale del Cilento: “Intanto vanno i bambini con i nonni a godersi il mare, io andrò ad agosto per vivere giorni all’insegna di assoluto relax”. Progetti in cantiere? “Non ho in programma eventi né nuovi libri da scrivere. Il prossimo sarà un romanzo dove ci sarà sempre la cucina collegata ad alcuni momenti della mia vita. Continuo, poi, nella registrazione de “L’Italia a morsi”, in onda su Food Network; è il programma dei miei sogni perché mi permette di stare in contatto con la gente”. Inoltre è impegnata in un progetto in cui crede molto: “Sono testimonial di una campagna di sensibilizzazione sia web che cartacea; sarà presentata prossimamente al pubblico, quindi non posso dire molto. Soltanto che avrà come focus la cucina, in particolare ricette per le donne operate al seno e che hanno avuto una recidiva”. Uno dei diversi modi di declinare il cibo, simbolo di salute, di vita. E di condivisione: “Da verace campana ho conservato l’abitudine di far provare quello che cucino ad amici e compagni di lavoro. Per me rappresenta uno dei momenti più belli di una giornata: chiacchierare sereni, nei momenti di pausa, mangiando intorno ad una tavola improvvisata, quello che ho preparato”.